Ucraina verso la ristrutturazione del debito
Pubblicato il 23 gennaio 2015, ore 12:13. Ultimo aggiornamento
Le scadenze dei bond saranno allungate in cambio degli aiuti del FMI. Quasi 9 miliardi saranno risparmiati per finanziare il conflitto russo/ucraino
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Le obbligazioni dell’Ucraina rendono più del 45%. Ma non sarà default. Sembra che nessuno lo voglia. Non lo vogliono i russi che vantano un credito da 3 miliardi di dollari per fine 2015 e si sono detti pronti a sostenere il paese, non lo vuole l’Europa (e gli Usa) che si sono prodigati a mettere insieme i prestiti per tenere a galla Kiev. Forse gli unici che lo vorrebbero sono gli ucraini, stretti in una morsa finanziaria terribile che costringe da anni lo Stato (controllato da una decina di oligarchi) a pagare interessi astronomici sul debito estero con un una economia che quest’anno, nella migliore delle ipotesi, regredirà del 7% (fonti FMI) a causa della guerra.
L’Ucraina verso ristrutturazione debito estero
Che il default quindi sia improbabile, al di là dei rendimenti dei titoli di stato che sono esplosi, lo si può leggere guardando i CDS a cinque anni che sono a 2.350 punti. Non è certo un valore tranquillizzante anzi, ma è la metà di quello del Venezuela, ad esempio, e più basso di quello argentino che in default ci è già andato da sei mesi. Dal punto di vista pratico, però, l’Ucraina, martoriata dalla guerra nella regione orientale di Donetsk e da una inflazione galoppante, è a corto di soldi. Il livello delle riserve della banca Centrale, dissanguate dal pagamento dell’ultima bolletta energetica a Gazprom per 1,5 miliardi e dall’acquisto di grivne sul mercato, è sceso al minimo storico, a poco più di 7,5 miliardi di dollari e per il 2015 l’Ucraina ha bisogno di circa 15 miliardi di dollari per sostenere i debiti e far funzionare l’apparato statale. Soldi che non potranno arrivare dalle entrate fiscali o dall’export in prolungata frenata. Così, lo scorso 21 gennaio l’Ucraina ha ufficializzato la richiesta di aiuti al Fondo Monetario Internazionale, come reso noto dal direttore generale dell’Organizzazione, Christine Lagarde.
Il FMI pronto a prestare soldi all’Ucraina
Di fatto si tratterebbe di stipulare un’intesa pluriennale con il Fondo, sostenuta dall’Extended Fund Facility, per sostituire lo Stand-By Arrangement esistente, precisa la nota. Il nuovo accordo – precisa una nota – andrà a sostegno delle immediate misure di stabilizzazione macroeconomica così come delle ampie e profonde riforme economiche di durata pluriennale, al fine di assicurare la stabilità economica e finanziaria e ripristinare una crescita sostenibile. La missione del Fondo a Kiev inizierà a discutere il programma di politiche a supporto delle esigenze delle autorità. Mentre le trattative con i partner internazionali dell’Ucraina sul sostegno finanziario proseguono: dalla Ue sono già stati stanziati 1,6 miliardi di euro e dagli Usa 2 miliardi di dollari.
Soldi in cambio di taglio dei debiti
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I rendimenti dei bond a due anni schizzano al 50%
Dopo l’annuncio di Jaresko al World Economic Forum di Davos, il prezzo delle obbligazioni ha iniziato a rotolare: il bond da 2,6 miliardi di dollari Ucraina 9,25% 2017 (XS0808758196 ) è scivolato a 51 per un rendimento che adesso sfiora il 50% a due anni dal rimborso. Il mercato– secondo gli analisti di Dragon Capital – sconta un allungamento delle scadenze delle obbligazioni con un risparmio di 8,8 miliardi di dollari fino al 2018. Soldi che – a detta di un altro analista londinese vicino al dossier – dovranno essere risparmiati per finanziare le spese militari di Kiev nel conflitto contro russo-ucraino che si prevede sarà ancora molto lungo. In pratica i bondholders sosterranno la causa bellica dell’Ucraina. E infatti, Lagarde non vede l’ora di prestare soldi al governo di Kiev per dare nuovo impulso al conflitto nella regione di Donetsk. Il problema, però, è che questi soldi potrebbero finire nelle banche russe. Secondo gli analisti, infatti, dei 6,5 miliardi di dollari del debito ucraino per il 2015, quasi la metà è in mano alla Russia. Solo 1,5 miliardi di dollari sono la quota di debito detenuta dal FMI. Quindi, nel caso di raccolta di fondi da parte delle istituzioni finanziarie europee e americane, la maggior parte dei soldi dei contribuenti di questi Paesi finirà nelle casse della Russia che, a loro volta, finanzieranno il conflitto in corso. Del resto, la tragedia dell’Ucraina è che non ha la forza di rimettersi in piedi, è in un vicolo cieco. Deve per forza dipendere da qualcuno, dall’Europa o dalla Russia.
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